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Bacche di goji: qual è la loro origine?

Chi non conosce oggi le bacche di Goji? Sono deliziose bacche rosse, piccole e preziose, note per l’altissimo contenuto di nutrienti e sostanze antiossidanti, sempre più protagoniste di un’alimentazione funzionale e consapevole. Ma se il loro successo è recente, l'origine delle bacche di Goji affonda le radici in una storia millenaria fatta di riti, medicina tradizionale e... leggende suggestive.

Da dove vengono le bacche di Goji?

Il Goji è una pianta arbustiva appartenente al genere Lycium, in particolare Lycium barbarum e Lycium chinense. La sua origine botanica e geografica si colloca in Asia centrale, tra la valle dell’Himalaya, il Tibet, la Mongolia e le province occidentali della Cina. È qui che la pianta cresce in modo spontaneo, adattandosi a terreni poveri ma ricchi di minerali e capaci di grandi sbalzi termici stagionali, condizioni che stimolano la produzione di fitocomposti attivi.

Proprio in Cina il Goji è noto da migliaia di anni come uno dei pilastri della medicina tradizionale, tanto da essere citato nel celebre trattato Shennong Bencao Jing. Qui si attribuiscono al frutto effetti benefici su fegato, reni, vista e sistema immunitario, molti dei quali sono oggi studiati anche dalla medicina occidentale. Il Goji è talmente simbolico in Asia da essere chiamato “frutto della longevità”, “diamante rosso” o “frutto del paradiso”.

Il Goji nella leggenda tibetana

Una delle più celebri leggende tibetane narra di un pozzo sacro nei pressi di un monastero, intorno al quale crescevano piante di Goji. Le bacche cadevano nell'acqua, che veniva bevuta dai pellegrini. Col passare del tempo si notò che coloro che bevevano da quel pozzo mantenevano un aspetto giovane, denti forti e capelli neri anche in età avanzata. Una leggenda, certo, ma significativa nel raccontare il profondo legame spirituale tra questo frutto e il benessere umano.

Dall’Asia alla Calabria: l’eccellenza Favella

Oggi, l’origine delle bacche di Goji non è più solo asiatica. In Italia, Favella è stata la prima realtà agricola in Europa a coltivare Goji. Nella Piana di Sibari, in Calabria, il clima mediterraneo, i terreni fertili e le pratiche agricole sostenibili rendono possibile una produzione di Goji dal profilo nutrizionale eccellente. A differenza dei prodotti d’importazione, spesso essiccati a lungo e trasportati per settimane, il Goji Favella è fresco, raccolto a mano e trattato con cura per preservare i carotenoidi, tra cui la zeaxantina dipalmitato, e tutte le sue proprietà e benefici.

Uno studio dell’Università di Perugia ha dimostrato che il Goji Favella contiene oltre il doppio dei carotenoidi rispetto alla media, offrendo effetti documentati in termini di protezione cellulare, anti-aging e prevenzione tumorale. Un’ulteriore conferma della qualità che nasce dalla sinergia tra natura e ricerca scientifica.

Goji: oggi un superfood, domani una nuova tradizione

Il Goji non è solo un frutto esotico da riscoprire, ma una risorsa che oggi parla anche italiano. Favella ha saputo creare un ecosistema produttivo dove innovazione, agricoltura etica e cultura alimentare si fondono. Dalle bacche di Goji fresche alle bacche essiccate, ogni prodotto è pensato per chi cerca un’alimentazione genuina e al tempo stesso ricca di funzionalità nutrizionali.

La origine delle bacche di Goji ci porta quindi in un viaggio che attraversa secoli, continenti e culture. Dalla medicina orientale fino alla coltivazione calabrese, questo piccolo frutto rosso ha conquistato un posto speciale sulle nostre tavole. E nel cuore di chi crede che il benessere cominci proprio da ciò che mangiamo.

Approfondisci la differenza tra Goji asiatico e quello coltivato in Europa consultando anche questa pubblicazione scientifica: “A Comparative Study on the Chemical Composition of Lycium barbarum Fruits” (Molecules, 2020).

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